viernes, 4 de febrero de 2011

Cut up

Il 9 dicembre 2010, qualche migliaio di persone detenute, che prima si scannavano perché uno era dei Crips, uno dei Bloods, uno della fratellanza ariana, uno dei fratelli mussulmani, uno di una delle decine di gang di latinos... ebbene il 9 dicembre questa eterogenea comunità ha deciso di unirsi per affrontare un nemico comune, ovvero il complesso industriale carcerario.

E quindi è scattata “Lockdown for liberty” - “Chiusura per la libertà”, e nelle carceri della Georgia, comprese le principali di Augusta, Baldwin, Hancock, Hays, Macon, Smith e Telfair, i detenuti, con un'adesione quasi totale, si sono rifiutati di uscire dalle proprie celle per le attività lavorative e di altro genere. In molti hanno anche intrapreso uno sciopero della fame di massa. Quindi una protesta passiva e non violenta, ma assolutamente paralizzante per un sistema carcerario fondato sullo sfruttamento schiavista del lavoro coatto. Così pericolosa da venire categoricamente censurata da tutti i media mainstream americani, e della quale si è avuto modo di venire a conoscenza solo grazie ai gruppi di supporto, nonostante abbia riguardato migliaia di detenuti.

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